Scarica Gratis!

FileSonic.com, fast and easy file storage.

Introduzione al Bending

Introduciamo brevemente il concetto di Bending e Release; per Bending, dall'inglese "curvare", si intende il movimento che viene compiuto alzando verso l'alto la corda della chitarra, curvandola dunque. Nel momento in cui la corda della chitarra viene curvata si alza la nota originaria della distanza in cui l'avete alzata rispetto alla posizione originale della nota. In altre parole se tirate la corda verso l'alto alzate la nota di un semitono o di un tono o di un tono e mezzo, a seconda di quanto la tirate verso l'alto. In genere non si sale sopra i due toni e mezzo con il bending, se non per qualche effetto particolare tipo "urlo" o "Fischio", riproducibili con questa tecnica. Per Release, invece, si intende l'esatto contrario, la nota che, dalla posizione tirata, ritorna verso la posizione originaria , "abbassandosi", in termini di tono e semitono, e tornando alla nota sul manico della chitarra. In questo video abbiamo semplicemente suonato 3 note sulla pentatonica per farvi capire quale sia l'effetto del bending e del release, soffermandoci all'apice della curva che abbiamo creato. vedremo in seguito come si utilizza per benino questa tecnica con tutta una serie di esercizi e di brani dove questa tecnica, sempre presente , viene utilizzata al meglio. Vediamo il Video:

Imparate bene bene bene la tecnica del bending e del release, cercando di essere sempre puliti e senza sporcare il suono con altre corde che suonano quando alzate o abbassate la nota. Questa tecnica è propria del modo di suonare di qualsiasi chitarrista sulla faccia della terra,quindi non l'abbandonerete mai, prestateci particolare attenzione. Buon lavoro.



Legato Esercizio n.° 3 - ThunderStruck

(Ho notato rivedendo questo video che per problemi di layout il video è venuto tagliato proprio nella parte in cui interessa di più, il video che scaricate invece è perfetto, alcuni dei vidfeo vengono tagliati dal layout della colonna destra, cambiaremo quanto prima tema al sito). Dopo questa breve parentesi con comunicazioni di servizio andiamo a vedere questo esercizio con la tecnica del legato che in realtà anche un brano degli Ac Dc, Thunderstruck, che si presta perfettamente per continuare ad esercitarsi con il legato inserendo in più anche i primi spostamenti in orizzontale e l'ausilio delle corda a vuoto, così come stiamo facendo di converso anche per gli esercizi con la tecnica della plettrata alternata. Questo riff degli Ac-Dc sfrutta entrambe le tecniche dell'hammer on e del pull off, se non sapete di cosa sto parlando andatevi a leggere i post relativi all'argomento, alternandoli con la corda a vouto, in questo caso la corda del si. Vediamo questo riff di Thunderstruck:

Bene a questo punto il vostro avambraccio, se state correttamente suonando questo riff, dovrebbe cominciarvi a tirare dopo circa 10 minuti che lo eseguite ininterrottamente ed il tendine del mignolo dovrebbe inziare anche lui a cedere. vedrete che con il passare dei giorni e con la pratica questa fastidiosa sensazione di dolore, affiancata a quella del dolore che provate sui polpastrelli che, dopo ore che suonate, vi prendono quasi fuoco, e tutto filerà via più liscio. Scaricatevi il video in alta definizione e, sempre dal menù download, la tablatura di questo e di tutti gli altri brani degli Ac-Dc che sono sempre divertenti da suonare e con la scusa vi fate anche un bell'esercizio con il legato. Buon lavoro a tutti.



Plettrata alternata Esercizio n.° 4

Eccoci arrivati ad un nuovo esercizio con la tecnica della plettrata alternata; questo esercizio si muove in orizzontale sul manico della chitarra seguendo le distanze della scala maggiore e suonando gruppi di sestine su di una misura di 4/4. I gruppi di sestine sono costituiti prevelentemente dalla corda a vuoto che suona, più una nota sul manico della chitarra (rifare lo stesso esercizio con terzine e quartine). Questo esercizio, come tutti gli altri, va svolto su tutte le corde della chitarra, nessuna esclusa, prima lentamente, e poi aumentando via via i battiti per minuto del vostro metronomo. Vediamo questo semplice esercizio di plettrata alternata con corde a vuoto:

Vi ricordo concludendo che tutto il materiale presente su questo sito e molto altro ancora lo potete scaricare gratis dal menu download in alto a sinistra nelle varie pagine. Buon lavoro a tutti.



Mama i'm Coming Home - Ozzy Osbourne

Mama i'm coming home è un brano di Ozzy osbourne del 1991 tratto dall'Album "No More Tears". Inizia con un arpeggio molto semplice, con un solo dito che suona sulla corda del sol e le corde del si e del mi cantino suonate a vuoto, un arpeggio semplice ma di sicuro effetto. Questo infatti uno dei punti di forza del chitarrista di Ozzy , Zakk Wylde, che riusciva a trasmettere molte emozioni con i suoi pezzi di chitarra, assoli compresi, senza essere tecnicamente troppo avanzato o con virtuosismi esagerati, anche se bisogna dire che una certa tecnica ce l'ha anche lui. però sta proprio qui la differenza tra l'essere a volte troppo tecnici e risultare sterili e suonjare facendosi trasportare da ciò che si vuole dire con la musica, magari con un arpeggio come quello di questo brano dove in realtà suona soltanto un dito, ma l'effetto fiale è assicurato. Molto carino anche l'assolo di questo brano che vedremo in un secondo momento, un passo alla volta. Vediamo il video dell'arpeggio di mama i'm coming home:
Vi ricordo che potete scaricare tutto il materiale didattico della scuola di chitarra gratuitamente accedendo alle varie liste dei nostri file dal menu download che trovate in alto a sinistra nelle varie pagine di questo blog. Vediamo anche il Videospartito che potete sempre scaricare gratuitamente:



Always with me always with you - Joe Satriani

Questo brano di Satriani fa parte dell'album "Surfing with the alien" del lontano ottobre del 1997, dove satriani, giovanissimo, dava il meglio di se con brani come questo con l'alrettanto famosa "satch boogie". Quindi mentre da noi si cantava "il ballo del mattone", contemporaneamente Satriani faceva saltare tutte le corde della chitarra elettrica in satch boogie e commuoveva i suoi fans con pezzi del calibro di questo che vi sto presentando adesso o la successiva Crying. Always with you always with me è un brano dalla melodia dolce, con alcune particolarità tecniche non indifferenti, primo su tutti il tapping con corde a vuoto presente nelle parte finale del brano o alcune scale legate tipiche dello stile di satriani, che impareremo a conoscere piano piano (per chi non lo avesse mai ascoltato). Vediamo il video:

Bene questo è il secondo album di satriani che vi consiglio, "surfing with the alien" oltre al già citato "the extremist" più recente rispetto a questo. Scaricate questo video in alta definizione dal menù download insieme allo spartito in pdf, metteteveli vicini a schermo intero nel vostro pc, imbracciate la vostra chitarra e cercate di imitare noi, o satriani, al emglio dele vostre possibilità ma ricordate sempre...ci vuole pazienza....pazienza...pazienza..Buon lavoro.



Summer Song - Joe Satriani

Altro brano di Joe satriani tratto dall'Album "The Extremist" del lontano 1992. Questo brano racchiude in se tutta l'anima rock di questo bravissimo chitarrista, molto tecnico ma anche molto toccante dal punto di vista dell'emozione trasmessa con i suoi brani. In Summer song vengono racchiuse tantissime tecniche per chitarra, dall'armonico naturale, al tapping, alla plettrata alternata fino ad arrivare al legato con corde a vuoto e non è proprio "semplicissimo" da eseguire in quanto anche molto veloce. Andiamo a vedere l'esecuzione di Summer song:

Vi ricordo che potete scaricare questo video in alta definizione per poterlo rivedere nello schermo del vostro pc insieme con lo spartito originale e il videospartito per imparare questo brano semplicemente CLICCANDO QUI oppure dal MENU DOWNLOAD che trovate in alto a sinistra in ogni pagina di questo sito.



Legato Esercizio n.° 2

Passiamo al secondo esercizio con la tecnica del legato, questa volta iniziando a muoverci in orizzontale sul manico della chitarra utilizzando questa tecnica. Ci sposteremo utilizzando le distanza che ci vengono fornite dalla scala maggiore e procederemo con Hammer on quando andiamo verso destra e Pull Off quando ritorniamo verso sinistra. Questo esercizio potrebbe risultare abbastanza ostico per chi si stesse avvicinando per la prima volta alla chitarra....pazientate ed eseguite l'esercizio piano piano, nel giro di un paio di giorni vedrete certamente dei miglioramenti nell'esecuzione dello stesso. Iniziate lentamente, con il metronomo a 60 Bpm, controllate sempre la pulizia del suono ed eseguite l'esercizio bene, è importante apprendere bene questa tecnica che vi permetterà dei virtuosismi molto ma molto efficaci. Vediamo subito gli spostamenti in orizzontale con la tecnica del legato:

Questo esercizio, come tutti gli altri, dovete eseguirlo per tutte le corde della chitarra, mantenendo sempre una buona posizione della mano sinistra perpendicolare rispetto al manico della chitarra, tranne che per le corde del mi cantino e del si dove vi concedo di inclinare la mano come molti chitarristi comunemente fanno. Mi piacerebbe seguirvi uno ad uno e vedere i vostri progressi e magari consigliarvi per correggere i vostri errori ma al momento , visto che non siete qui di fronte a me, non saprei come fare per verificare i vostri progressi; sarebbe dunque gradito se mi diceste, anche nel form dei commenti, come vi trovate con gli esercizi che state svolgendo e quali sono i problemi che incontrate nell'esecuzione degli stessi, di modo che possa consigliarvi per un'esecuzione sempre migliore. Concludiamo ricordandovi che tutto il materiale didattico che abbiamo è a vostra disposizione gratis semplicemente CLICCANDO QUI oppure utilizzando il MENU DOWNLOAD in alto a sinistra nelle varie pagine di questo Blog (per chi non sapesse come si scaricavisiti il post sulle informazioni sui Download). Buon lavoro a tutti.



Legato Esercizio n.° 1

Andiamo ad introdurre un'altra tecnica per chitarra, la tecnica del legato. Per legatura si intende un gruppo di due o più note, suonate successivamente plettrando soltanto la prima di questo gruppo di note e suonando le altre pressando sulla nota successiva o strappandola. La legatura si divide in due diversi tipi a seconda del movimento che viene compiuto nell'esecuzione della stessa; Hammer On (martello su in italiano) è la legatura che viene eseguita in senso Ascendente e viene chiamata in questo modo proprio perchè il movimento delle dita della mano sinistra pigiano sul manico della chitarra proprio come se fosse un martello che sbatte su di un piano, mentra l'altro tipo di legatura, il Pull Off (strappare Via nella nostra lingua), simula proprio il movimento delle dita che strappano, verso l'esterno, la nota che state suonando sulla chitarra facendone dunque suonare una precedente, in senso Discendente. La legatura viene utilizzata tantissimo nella musica (da non confondere con la legatura di valore di cui abbiamo parlato nei post dedicati alla teoria musicale), e necessita di uno studio approfondito per poterne apprendere al meglio la tecnica ma i risultati sono davvero soddisfacenti. Fate attenzione qui più che mai alla pulizia del suono in quanto è facilissimo sporcare il tutto facendo suonare corde che non dovrebbero suonare. Andiamo a vedere di cosa si tratta:

Per la tecnica del legato, come per quella dello Sweep Picking, iniziate molto molto lentamente, per poi aumentarne la velocità di esecuzione solo quando sarete veramente padroni della tecnica che state apprendendo. Vedremo tantissime applicazioni diverse delle tecnica del legato, con differenti stili di esecuzione, che dovranno tutte essere apprese per benino fino a diventarne veramente padroni della tecnica. Vi ricordo sempre di fare attenzione alla pulizia del suono, iniziate sempre lentamente, la velocità verrà da se. Concludendo su questo primo esercizio sul legato vi ricordo che potete scaricare tutto il nostro materiale didattico gratuitamene dal Menu download in alto a sinistra nelle pagine per poi studiarlo per bene sul vostro Pc.



Plettrata Alternata Esercizio n.° 3

Eccoci arrivati all'esercizio n.° 3 sulla plettrata alternata. Questo esercizio è costruito su una delle diteggiature della scala maggiore di Do e consiste in gruppi di terzine ripetuti su ogni singola corda. Eseguite questo esercizio su tutti i tasti del manico della chitarra partendo dal Sol e fino ad arrivare al sol dell'ottava successiva (dopo il 12° tasto), iniziate con il metronomo a 60 Bpm e aumentatene progressivamentela velocità fino ad ottenere una buona velocità di esecuzione. Cercate sempre di mantenere una giustaposizione della mano sinistra quando suonate, con il pollice al centro (nel retro) del manico della vostra chitarra ed immaginate di tenere una pallina da tennis tra le mani. Quando scendete nelle corde del Mi cantino e del Si potete anche permettervi di piegare un po la mano ma senza esagerare. Mantenete sempre una continuità quando eseguite gli esercizi e mi raccomando...la pulizia del suono!. Bene vediamo questo semplicissimo esercizio:
.
Come al solito questo esercizio lo trovate disponibile in alta definizione, gratis, dal menù download in alto a sinistra nelle pagine insieme con tutto il resto del materiale didattico che mettiamo a vostra disposizione.



Tears in the rain - Joe Satriani

Tears in the rain è una bella quanto triste canzone di Joe satriani ed appartiene all'album "the Extremist", un album progressive rock completamente strumentale che visiteremo brano per brano in quanto uno dei migliori, a parere nostro, di Joe Satriani. Satriani, per chi non lo conoscesse, è uno degli esponenti migliori della chitarra elettrica, con uno stile unico e inconfondibile. In questo album la sua anima rock viene in risalto in parecchi brani insieme alla sua melodia sempre riconoscibilissima. Dotato di una tecnica formidabile è stato insegnante del celebre Steve Vai, di cui vedremo anche parecchi brani, ed ha realizzato , oltre ad una corposa discografia, anche moltissime colonne sonore per il cinema. Tears in the rain è un brano in acustico della durata di circa 1:44, molto breve dunque, ma che , grazie alla melodia ed al tocco che Joe sa dare ai suoi brani, riesce a colpire molto chi lo ascolta. Andiamo a vedere come si suona Tears in the rain:

Vi ricordo sempre che questo e tutti gli altri video in alta definizione li potete scaricare gratuitamente CLICCANDO QUI, oppure dal menù download, e vi consiglio di farlo per due ragioni: la prima è che è gratis :-), e la seconda è che vedendo il video in alta definizione, se avete anche un bello schermo che ve lo mostra molto grande, riuscirte ad apprendere molto più velocemente quello che vi stiamo proponendo (magari ce lo avessi avuto io uno così eheh), quindi vi consiglio di scaricarveli tutti, guardarli, stopparli, e cercare di riprodurli piano piano, guardando come li suoniamo noi e mettendo, cosa sempre importante, anche qualcosa di vostro al loro interno. Ovviamente tutto lo studio deve essere affiancato dagli spartiti e dalle tablature, che per vostra fortuna vi diamo anche quelli, poichè si ad orecchio si può anche suonare, ma se volete veramente imparare le tecniche dei chitarristi di cui state eseguendo i brani, dovete utilizzare le loro diteggiature e quelle le trovate solo negli spartiti originali che noi abbiamo appositamente ritrascritto per voi. Buon lavoro my friends.



La Scala Maggiore di SOL

Dopo aver visto la scala pentatonica di sol passiamo alla scala maggiore sempre di SOL. Abbiamo scelto il sol per mostrarvi le varie diteggiature non a caso, ma perchè è la nota che si presenta come migliore per mostrarvi tutti e 5 i box della scala. Ovviamente voi poi trasporterete la scala a sinistra ed a destra sul manico della chitarra di modo da ottenere tutte le altre scale maggiori (partendo sempre dalla 6° corda). vi mostremo in seguito infatti anche le diteggiature cd "aperte" e le diteggiature partendo dalla 5° corda (la corda del LA), che si differenziano, ovviamente, da quelle sulla 6° corda. se ancora non lo avete fatto andate a leggere tra i post dedicati all'armonia quello relativo alla costruzione della scala maggiore soprattutto in riferimento allo schema T-T-St-T-T-T-St, per comprendere come si costruisce la scala maggiore e quali sono le note che la compongono tonalità per tonalità. Questo è importante non solo perchè in quehsto modo saprete cosa state suonando, ma soprattutto perchè sarete in grado di cambiare rapidamente scale e tonalità quando iniziaremo a parlare dell'improvvisazione e dell'armonia tonale, vedendone le applicazioni pratiche. Per adesso è troppo presto per parlare di improvvisazione, prima dovete studiare per benino le nozioni di armonia che vi abbiamo fornito e tutte quante le posizioni delle scale e degli accordi, imparando anche a relazionarle tra di loro, cioè capendo perchè, ad esempio, su un giro si sol ci sta bene, ovviamente, la scala di sol maggiore, ma anche quella di mi minore pentatonico. Non è questa la sede per parlare di queste relazioni tra scale e giri tonali, quindi lasceremo il tutto ad un passo successivo. Per adesso limitatevi a imparare e memorizzare come l'Ave Maria tutte quante le scale, capendo anche come si ricava una scala in una qualsiasi tonalità. Potete anche essere bravissimi a suonare una scala , velocissimi e pulitissimi, ma se non sapete il perchè quella determinata scala è costruita in qual modo vi troverete sempre limitati, specialmente se vi troverete a suonare con dei musicisti che hanno studiato come si deve, in quanto vi parleranno dicendovi ad esempio in una Jam Session "Suoniamo in 12/8 in siB" e voi dovrete subito sapere come si divide il tempo in 12/8 e costruire mentalmente tutte le tantissime scale che potrete adattare nella tonalità di Sib, altrimenti ci farete una figura non molto positiva, oltre a sentirvi delle nullità. Per questi motivi vi consiglio di non trascurare mai la teoria musicale e, se doveste avere dei problemi o qualcosa che non capite, chiedetecelo senza problemi o vergona di sorta, siamo qui per spiegarvi tutto quello che volete sapere sul mondo della musica e della chitarra in particolare, quindi non esitate e chiederci qualsiasi curiosità vi venga in mente o qualsiasi cosa non capiate, senza preoccuparvi tano, vi risponderemo nella manierà più umile che conosciamo. Bene, bando alle ciancie andiamo a vedere queste 5 posizioni della scala di SOL maggiore:

Passeremo poi in rassegna tutta una serie di esercizi da fare sulle scale maggiori, come su tutte le altre scale, che vi aiuteranno nell'essere più disinvolti nell'esecuzione delle scale stesse ed a costruire su di esse le cellule melodiche che utilizzerete nei vostri assoli. Concludendo come di consueto vi ricordo che potete scaricare tutto il nostro materiale gratis, dal MENU DOWNLOAD in alto nelle pagine oppure CLICCANDO QUI per essere reindirizzati alla lista dei file.



Scala Pentatonica di SOL

Iniziamo la nostra carrellata di scale maggiori , minori e, per l'appunto, pentatoniche, cioè costituite da 5 toni. Le scale pentatoniche sono delle scale anemitoniche, cioè senza intervalli di semitono al loro interno, e vengono regolarmente utilizzate in moltissimi generi musicali, primo su tutti il Blues. Le scale pentatoniche sono formate da due gruppi di note (separati da un intervallo di terza minore), composti rispettivamente da tre e due note distanti un tono fra loro; nella pentatonica di Sol abbiamo il gruppo {Sol - La - Si} ed il gruppo {Re - Mi}. Vedremo successivamente che in realtà verrà inserita anche un'altra nota all'interno della scala pentatonica considerata come nota di passaggio (5 bemolle), chiamata Blue Note, che dà una sonorità molto particolare alla scala stessa. Tutte le scale nel manico della chitarra possono essere ripetute in 5 diverse posizioni, posizioni che chiameremo d'ora in avanti Box delle scale. Dal punto di vista dell'improvvisazione musicale, le scale pentatoniche si mostrano come un ottimo approccio alla stessa, in quanto risulta molto semplice e quasi mai dissonante suonare la scala pentatonica su giri tonali, di cui parleremo più in avanti appena inizieremo ad occuparci dei rudimenti dell'improvvisazione, per adesso limitiamoci ad apprendere le posizioni della scala pentatonica minore. Vediamo dunque quali sono i 5 box principali della scala pentatonica di SOL:

Per comodità non inseriremo tanti post quante sono le scale in quanto vi basta trasportare sul manico della chitarra le posizioni che vi abbiamo indicato nel video qui sopra per ottenere tutte le altre scale pentatoniche in ogni singola tonalità (comprese quelle diteggiature che presentano delle corde a vuoto - MI - ). Imparate tutte e cinque le posizioni e memorizzatele per bene in quanto non smetterete mai di utilizzarle e, specie appena tratteremo dell'improvvisazione come poco sopra accennavo, vedremo quante diverse cellule melodiche si possono costruire sulle scale pentatoniche. Vi ricordo infine che potete scaricare tutto il nostro materiale didattico gratuitamente (Video in HD, spartiti, tablature, basi etc..) semplicemente CLICCANDO QUI oppure dal MENU DOWNLOAD dove troverete tutte le liste dei nostri file. Buon lavoro a tutti.



Killer Of Giants - Ozzy Osbourne

Killer of Giants è un brano di Ozzy Osbourne , datato 1986, ed è contenuto all'interno del CD "The Ultimate Sin". Questo brano , che inizia con un bell'arpeggio di chitarra senza troppe preoccupazioni, continua poi con un moto sempre crescente fino ad arrivare alla distorsione ed al solo in cui esplode completamente. Abbiamo diviso i brani nelle sezioni principali di essi, cioè intro, strofe ed assoli, inserendo ogni singola parte, a meno che non sia troppo corta, in un video di modo che potrete imparare le vari parti di un brano singolarmente per poi unirle e suonare tutto il brano. Non sono qui per farvi un concerto o per sentirmi dire "quanto sono bravo", piuttosto per insegnarvi tutto quello che so con lo strumento della chitarra che amo quasi come il sesso. Ecco il video dell'arpeggio iniziale di Killer of Giants, strofa e ritornello:

Per chi non avesse mai ascoltato questo brano prima di adesso consiglio di ascoltare tutto il cd "the ultimate sin", vincitore nel 1986 di un disco d'oro e due di platino, ed il singolo "shot in the dark" di Ozzy che nello stesso periodo scalò le vette delle classifiche mondiali. Il brano è molto semplice e riuscirete in breve tempo a suonarlo, accompagnatevi inizialmente con il nostro video e poi con il solo metronomo fino a quando non sarete pronti a suonarlo con il vostro gruppo. Venite a rileggere i post che vi interessano ogni giorno in quanto troverete i vari video delle parti princiapali dei brani che si andranno aggiungendo a quelli già pubblicati. Presto caricheremo anche le tablature per chitarra di questo brano, e di tutta la discografia di Ozzy, che potrete trovare comodamente e gratuitamente in download dalla lista appropriata nel menù download. Per scaricare questo e tutto il resto del materiale didattico vai al MENU DOWNLOAD in alto oppure CLICCA QUI per essere reindirizzato alla lista dei brani.



Plettrata alternata Esercizio 2

Continuiamo con la plettrata alternata ed impariamo a muoverci sempre , per adesso, sulle due corde del Re e del La. In questo esercizio eseguiamo due gruppi di terzine, in una misura di 4/4, sposptandoci però questa volta verso destra e seguendo le distanza della scala maggiore vista in orizzontale. Tratteremo delle posizioni della scala maggiore sia in verticale che in orizzontale e dei box della scala maggiore a breve. Anche per questo esercizio, come per tutti quanti, non cercate di ottenere subito una buona velocità di esecuzione, andate piuttosto a tempo con il metronomo e fate suonare BENE tutte le note dell'esercizio,la velocità, con il passare del tempo e con la pratica, verrà da se. L'importante è non commettere errori nell'esecuzione dell'esercizio, sia perchè verrebbe male e sia perchè, ricordatevi sempre, che ciò che si aprende in maniera errata all'inizio quando state imparando a suonare, potrebbe poi diventare impossibile da correggere quando siete arivati ad un livello più avanzato con il vostro strumento. Se imparate a svolgere gli esercizi bene fin dall'inizio, imparerete, con un po di pazienza e di allenamento costante, a movervi con agilità e scioltezza sul manico della chitarra, cosa fondamentale per ogni chitarrista ovviamente. Andiamo a vedere il video dell'esercizio n.° 2 sulla plettrata alternata:

Inizate molto lentamente con l'esecuzione, non vi preoccupate con il tempo diventerete Malmsteen :-), e imparate anche a "stoppare", cioè a non far suonare, le altre corde che in questo esercizio non suonano, fermandole con il palmo della mano destra. Vi consiglio di eseguire questo esercizio, ed anche tutti gli altri sulla plettrata alternata e sul legato, prima con il suono pulito e poi con la distorsione accesa. Nel secondo caso dovrete essere sempre molto abili nello stoppare le corde che non suonano o un gran frastuono si sentirà in sottofondo durante l'eseccuzione del vostro esercizio. Vi consiglio anche di scaricare, gratuitamente, i nostri video in alta definizione ed il nostro materiale didattico in quanto potrete vedere gli esercizi meglio , a schermo intero ,e vedendo meglio ciò che noi stiamo suonando cercando di non sbagliare nessuna delle note. A breve inseriremo, nel menù dei download, tabs per chitarra che stiamo preparando per voi, e, non appena ci sarà possibile, forniremo anche le tablature di ogni singolo esercizio anche se vi basta guardare bene quali sono le note che suono, fermare il video, e riprodurlo. Per scaricare questo e tutto il resto del materiale didattico cliccate sui link del MENU DOWNLOAD oppure Cliccate qui per essere reindirizzati alla lista dei nostri video in HD.



Plettrata alternata Esercizio 1

Introduciamo il concetto di Plettrata alternata (alternate picking), cioè la plettrata che segue il moto alternato, verso l'alto e verso il basso, contrapposta a quella in un unico senso ( ad esempio verso il basso come in molti riff Heavy metal o al moto in levare), ed alla tecnica dello Sweep picking, di cui avremo modo abbondantemente di parlare. Questo semplice esercizio è fisso in unica posizione e va eseguito partendo sia dalla corda del re che dalla corda del La; attenzione particolarmente alla pulizia in quanto dovete fermare a nota precedente prima di suonare la successiva oppure otterrete , specie se avete la chitarra distorta, un effetto di dissonanza poco piacevole e che non farà capire assolutamente nulla di quello che state suonando. Come di consueto partite con una velocità moderata e piano piano aumentatene la velocità di esecuzione fino al raggiungimento di una buona velocità e di una buona pulizia del suono. Andiamo a vedere l'esercizio n° 1 sulla plettrata alternata:

Quando avrete raggiunto un buon livello di esecuzione, eseguite l'esercizio per tutta la lughezza del manico della chitarra spostandovi verso destra di un tasto ed eseguendo l'esercizio sempre sulle 2 corde del Re e del La. Questo e tutto il materiale didattico della scuola di chitarra è gratuitamente disponibile per tutti semplicemente accedendo alle liste dei file dal MENU DOWNLOAD oppure CLICCANDO QUI. Per scaricare vi basta scegliere il file che volete scaricare, cliccarci su, cliccare poi su DOWNLOAD REGOLARE (è quello gratuito), aspettare 60 secondi e potete scaricare il file.



Tapping Esercizio 1

Ed Eccoci arivati alla prima tecnica che incontriamo per chitarra elettrica, il Tapping. Il Tapping è quella tecnica con cui si suona una o più note con la mano destra nel manico della chitarra per poter formare degli intervalli altrimenti irraggiungibili o difficilmente eseguibili per problemi di diteggiature "scomode". La ragione prevalente comunque è quella del raggiungimento di distanze sempre maggiori per ottenere sonorità nuove. E bisogna dire che il Tapping raggiunge egregiamente il suo scopo. Sviluppato , negli anni 80 da Eddie Van Halen (anche se si dice che Paganini utilizzasse questa tecnica nelle sue esibizioni con il violino), viene oggi comunemente utilizzata da quasi tutti i chitarristi moderni, chi più chi meno. C'è anche chi ne ha fatto il proprio modo di suonare, primo su tutti Stanley Jordan che suona la chitarra come se fosse un pianoforte, utilizzando tutte e cinque le dita della mano destra con la tecnica, per l'appunto, del Tapping. In parole povere il tapping, come quasi tutte le tecniche per chitarra, può essere semplice, se suonato con un dito e con due note, o complicatissimo se suonato con più dita della mano destra e su più corde. Piano piano vedremo anche le varie evoluzioni ed affronteremo esercizi sempre tecnicamente più complessi. Andiamo a vedere il primo semplice esercizio di tapping, la nota che suona la mano destra è al 12 tasto:

Anche per questo, come per tutti gli esercizi, non preoccupatevi immediatamente della velocità di esecuzione, quanto della pulizia del suono e della costanza nell'esecuzione dell'esercizio; non è importante adesso vedere quanto siete veloci piuttosto capire quanto siete puliti!. Datevi un metro e vedete di rispettarlo, imparate a giudicarvi e soprattutto a corregere i vostri errori e ad imparare dagli stessi cercando di non ripetervi. Vi ricordo sempre che potete scaricare questo e tutti i nostri video in alta definizione gratis semplicemente CLICCANDO QUI oppure accedendo alla lista dei nostri file dal MENU DOWNLOAD in alto nella pagina.



Esercizio Scioglidita 2

Come il precedente n.° 1 anche questo secondo esercizio non ha una logicamusicale ma serve solo per farvi prendere dimestichezza con i tasti e con le distanze tra di loro e rimane, nel tempo, un ottimo esercizio di riscaldamento prima di iniziare il vostro concerto (meglio scaldarsi sempre le mani). Inziate questo esercizio con il metronomo fissato a 60 Bpm in 4/4 e piano piano aumentate la velocità di esecuzione dell'esercizio senza mai perdere di vista la pulizia del suono, importantissima specie su chitarra elettrica. Ovviamente è sottinteso che gli esercizi vanno fatti con tutti e 3 i tipi di chitarra, elelttrica, classica ed acustica, o solo con quella che volete imparare a suonare in quanto ognuna di esse presenta tecniche particolari a cui bisogna dedicare un lungo studio. Hanno però in comune appunto gli esercizi scioglidita che possono essere eseguiti liberamente con qualsiasi tipo di chitarra volete. Questa seconda diteggiatura, un po più complicata della precedente, è la 1-3-2-4 , dove, per chi non lo sapesse, sono le dita che suonano i tasti corrisondenti. eseguite l'esercizio su tutte e 6 le corde ed almeno per 15 minuti al giorno e vedrete che i miglioramenti, in termini di velocità, verrannosenza che ve accorgiate troppo. Andiamo a vedere l'esercizio:
Mi raccomando, non mi stancherò mai di dirlo, la pulizia del suono specie se eseguite l'esercizio con la chitarra elettrica distorta, non far capire neanche una nota è semplicissimo credetemi. Lasciate perdere la velocità, concentratevi nello svolgere al meglio l'esercizio ed apprenderne la tecnica, vi sevirà più di quanto crediate. Vi ricordo infine che potete scaricare gratis questo e tutti gli altri video di chitarra semplicemente CLICCANDO QUI ,oppure accedendo alla lista dei nostri file, , oppure in alto dal menù DOWNLOAD, potete accedere alla lista dei nostri file.



Esercizio Scioglidita 1

Bene, lasciamo da parte per un po la teoria musicale e l'armonia, non abbandonarli s'intende, e prendiamo in mano il nostro strumento per cominciare a familiarizzare con esso. Iniziamo la nostra bella avventura con gli esercizi scioglidita; gli esercizi scioglidita sono esercizi senza alcun senso musicale, che servono soltanto per approcciarsi alle diteggiature più utilizzate sulla chitarra e per imparare bene i movimenti sulla tastiera. Gli esercizi raprpesentano per l'appunto delle diteggiature, che passermo in rassegna una per una, iniziando con la più semplice in assoluto, la diteggiatura 1-2-3-4, dove i numeri rappresentano le dita nell'ordine in cui andranno a suonare i tasti sulla tastiera. Iniziando sempre dal primo tasto sulla 6° corda, la corda del Mi Basso, eseguite gli esercizi con la dovuta calma, mettete il vostro bel metronomo ad una velocità di 60 bpm e piano piano, sempre stando attenti alla pulizia del suono, aumentate gradualmente la velocità, rispettando il tempo e senza sbavature o cambi di velocità; è importate andare sempre a tempo ed essere conitnui in quallo che si sta suonando. Per la mano destra invece il plettro deve andare sempre con moto alternato, il che significa una plettrata verso l'alto ed una verso il basso (alternate picking). Passiamo subito a vedere il primo esercizio scioglidita con diteggiatura 1-2-3-4:

Iniziate con una bassa velocità e piano piano progredite sempre ripettando la cadenza e la pulizia del suono. Vi ricordo che potete scaricare gratis questo e tanti altri video in alta definizione per vederli nel vostro pc semplicemente CLICCANDO QUI oppure andando nel menù DOWNLOAD per le liste dei file. scaricare è semplicissimo, scegliete il file che volete dalla lista, cliccateci, cliccate poi su DOWNLOAD REGOLARE, aspettate 60 secondi e scaricate liberamente e gratuitamente. Buon lavoro.



La Scala Dorica

Nella lezione precedente abbiamo trovato il modo di assegnare una scala alternativa da poter usare sulla triade maggiore; faremo altrettanto con la triade minore. La scala minore naturale, come dovreste ormai sapere, aveva il problema della dissonanza della 6° nota, proviamo anche qui ad innalzare questa nota di un semitono, otterremo dunque:

I DO
II RE
III MIb
IV FA
V SOL
VI LA(bequadro)
VII SIb
VIII DO

I semitoni compaiono adesso tra il 2 ed il 3 grado e tra il 6 ed il 7 grado della scala. Questa scala, che suona interamnete consonante rispetto alla triade minore prende il nome di scala DORICA. Limitiamoci anche qui, per adesso , ad una sola semplice considerazione; la scala Dorica di DO (DO-RE-MIb-FA-SOL-LA-SIb), ha le stesse identiche note della scala di SIb (SIb - DO - RE - MIb - FA - SOL - LA). Anche la dorica, come nel caso della LIDIA, è una scala riconducibile per translazione ad una scala maggiore (vedi scale greche).

Possiamo dunque pensare alla scala Dorica in due diversi modi :

come ad una scala minore naturale con il 6° grado innalzato diun semitono
come una scala con le stesse alterazini di una scala maggiore posta un tono più sotto.
in altre parole abbiamo visto come sia possible suonare, suun accordo di do minore, la scala si si bemolle maggiore. Provate voi adesso a trovare le scale appropriate per tutte le altre triadi minori.

Costruisci le scale DORICHE di:

MI
REb
LA
SI
LAb
FA
e poi trascrivile sul pentagramma oltre che a suonarle sulla tua chitarra. Per le diteggiature confronta nella sezione scale del sito. B lavoro.



La Scala Lidia

Abbiamo visto come vi sia una strettissima relazioen tra gli accordi e le scale, ma abbiamo anche notato coe non sia sempre facilissimo trovare la scala relativa ad un determinato accordo. Infatti, ad esempio , nel caso della triade maggiore abbiamo notato come l scala maggiore soddisfi gran parte dei requisiti richiesti ma non tutti interamente. Abbiamo notato come vi fosse una dissonanza in merito alla 4° nota della scala che andavamo a suonare. Eravamo anche arrivati alla conclusione che questo problema è causato dall'eccessiva vicinanza tra il 3° ed il 4° grado della scala, che si trovano ad un solo semitono di distanza. Una soluzione può essere quella di "innalzare" il 4° grado della scala di un semitono per evitre la dissonanza. Otterremo una scala contenente le note:

I DO
II RE
III MI
IV FA#
V SOL
VI LA
VII SI
VIII DO


I semitoni si trovano adesso tra il 4 ed il 5 grado e tra il 7 e 8 grado della scala. Questa sala, che risulta interamente consonante rispetto alla triade maggiore si chiama LIDIA, e si presenta comeuna scala più aperta, allegra rispetto alla scala maggiore. Facciamo subito una considerazioen su questo risultato che abbiamo ottenuto, la scala lidia è esattamente uguale alla scala di sol maggiore. POssiamo dunque intendere la scala lidia in due diverse maniere:

Come una scala maggiore con il 4° grado innalzato di un semitono
come una scala con le stesse alterazioni di una scala maggiore situata una 4 più in basso.
Tutto ciò ci ha fatto capire che su un accordo di DO, ad esem pio, è possibile suonare una scala di SOL maggiore. Ecco i primi rudimenti di armonia che incontriamo. provate adesso voi a identificare quali sono le scale che stanno perfettamente sulle altre triadi costruite sullealtre restanti note.

Costruisci le scale LIDIE di:

SOL
FA
RE
MIb
LAb
REb
SI
FA#
E poi trascrivile sul pentagramma. Confrontale poi con le scale lidie nelal sezione dedicata ai diagrammi delle scale sulla chitarra.



Accordi e scale : Triadi Minori

In musica, com'è ovvio, esiste uno stretto rapoprto tra un accordo e le scale; possiamo infatti trovare per ogni singolo accordo una scala corrispondente. Trovare la scala corrispondente significa trovare una scala che, suonata sull'accordo, esprima una sonorità, una nota dietro l'altra senza mai creare dissonanze o stonature nell'armonia con l'accordo di base. In altre parole, una scala, suonata insieme ad un accordo, deve dare una sensazione di consonanza. Nel caso della triade vista nella lezione precedente verrebbe subito da pensare alla scala maggiore, ed in effetti sulla triade maggiore la scala maggiore suona benissimo se non fosse per un piccolo particolare. Tutto fila liscio se suonate un accordo di Do e la scala di Do maggiore per i primi 3 tasti, arrivati al 4 grado abbiamo un picoclo problema; se suonate questa nota, facendola durare un minimo o enfatizzandola, questa nota stona nell'insieme e si crea una situazione di dissonanza. Questa sensazione di dissonanza è dovuta dalla presenza della 3 maggiore nella scala che, trovandosi ad un solo semitono dalla 4, crea questa situazione dissonante. Per evitare questa dissonanza possiamo dunque:

Suonare la scala maggiore evitando la 4°
suonare la scala maggiore con la 4° solo di passaggio, senza dunque sostare sulla nota
utilizzare una scala diversa dalla scala maggiore.
Quest'ultima opzione è proprio il fulcro della questione che si sta pian piano aprendo. Parleremo nelle prossime lezioni più approfonditamente della relazione tra accordi e scale, per adesso fermiamoci un attimo qui. Parliamo di un altro argomento, le TRIADI MINORI.

Le triadi minori sono formate da una 3 minore (es: DO - MIb), ed una maggiore (es: Mib -SOL). L'intervallo che intercorre tra la fondamentale e la quinta è un intervallo di quinta giusto. Le note che costruiscono la Triade minore, a differenza della triade maggiore, sono la prima, la terza e la quinta della scala MINORE costruita sulla stessa tonica della scala. Bene, proviamo adesso, visto che siamo in tema di relazione tra scale ed accordi, a trovare la scala relativa ad una triade minore. Il pensiero corre subito verso la scala minore naturale, come correva subito verso la scala maggiore nel caso della triade maggiore. Dopo una breve verifica possiamo tranquillamente veificare come abbiano , la scala minore naturale e la triade, sonorità molto somiglianti avendo in comune tre note. Ma anche qui sorge il medesimo problema della triade maggiore, abbiamo infatti una nota fortemente dissonante rispetto all'accordo; si tratta questa volta però della 6° nota della scala minore naturale. Ciò è dovuto dalla presenza, nella triade, della 5°giusta che si trova ad un solo semitono di distanza dalla 6° e quindi fortemente dissonante. Suonandole insieme si crea un momento di forte tensione. Anche qui le vie per evitare le dissonanze sono le medesime vie che abbiamo utilizzato poco sopra per la triade maggiore, ed anche qui quella che più ci interesssa è trovare una scala minore che non abbia dissonanze rispetto alla triade minore.

Stiamo già vedendo, con questi semplici passi, come non sia così "diretto" il rapporto che sorge tra un Accordo e la sua scala corrispettiva in quanto le distanze delle note spesso ci obbligano a cercare vie alternative (altra scale), o suonare le dissonanze sotto forma di "sincope" o di "nota accentata" o di passaggio.

Nel corso delle prossime lezioni cercheremo, per quanto possibile, di far luce su questi problemi nel modo più chiaro possibile.



Accordi ed Arpeggi : Le Triadi

Si definisce un accordo la combinazione simultanea di più suoni, mentre per arpeggio si intende l'esecuzione successiva delle singole note che costituiscono un accordo; questa esecuzione può essere più o meno veloce e può procedere dal grave verso l'acuto e viceversa.

Per Triade intendiamo invece un accordo di tre suoni costruito da due intervalli di terza sovrapposti. Se incontriamo 3 note che non riusciamo a disporre per terze sovrapposte (anche dopo avercel messa tutta per disporle), esse non costituiscono una triade. Facciamo qualche esempio pratico:

DO - MI - SOL Triade
FA - LAb - DO Triade
DO - MIb - SOL Triade
SOL -SIb -REb Triade
DO - RE - MI Non è una triade
FA - SIb - DO Non è una triade
RE - SOL - DO Non è una triade
FA# - LA - MI Non è una triade

Spero sia stato abbastanza chiaro il concetto di Triade e quali possono essere degli esempi di triadi e quali non esserlo. Provate voi a costruire delle triadi qualsiasi ed entratene nel meccanismo , in musica è tutta una questione di conoscenza miste ad un buon allenamento pratico. Purtroppo prima di poter suonare a "certi livelli" bisogna necessariamente studiare e fare anche degli esercizi di pura armonia, con foglio di carta e matita.

Questo è lo schema dell'armonizzazione della scala di Do; utilizzando la prima, la terza e la quinta, partendo da ogni singola nota della scala di do abbiamo armonizzato tutta la scala creando altrettanti accordi. Provate voi a fare altrettanto con tutte le altre scale, anche alterate ovviamente.

Tornando al nostro discorso, quando una triade è disposta per terze sovrapposte si dice che è allo stato fondamentale, la nota più grave della triade viene detta fondamentale (e dal il nome alla triade), mentre le altre due note vengono chiamate rispettivamente terza e quinta (in base all'ordine delle scale ricordate?). Finora, riferendoci alle triadi abbiamo parlato genericamente di terza; non abbiamo però detto che le terze, che possono essere sia MAGGIORI che MINORI, danno luogo a 4 diversi tipi di triadi :

TRIADI MAGGIORI
TRIADI MINORI
TRIADI AUMENTATE
TRIADI DIMINUITE
Per adesso prenderemo soltanto in considerazione la Triade Maggiore per semplicità, le altre le affronteremo nelle lezioni successive. Le triadi maggiori sono formate da una terza maggiore, ad esempio DO - MI, ed una terza minore ad esempio Mi -SOL. L'intervallo che intercorre tra la fondamentale della triade e la quinta si chiama intervallo giusto. Le note che costituiscono la triade maggiore corrispondono alla tonica, alla terza ed alla quinta della scala maggiore costruita sulla stessa tonica. al triade maggiore, come già detto, si sigla usando solo il nome della nota fondamentale.



Le Scale Greche

Nella lezione precedente, abbiamo visto come se suoniamo la scala maggiore a partire da note diverse ripetto alla tonica della scala, si possano ottenere delle scale con sonorità diverse; ciò è dovuto al fatto che incontriamo i semitoni in posizioni diferenti rispetto a quelli della scala maggiore. FAcciamo un esempio suoniamo la scala di Do MAggiore partendo dalla nota del Re avremo:

- RE MI FA SOL LA SI DO RE

In questo caso i semitoni si trovano tra il 2° ed il 3 grado e tra il 6 ed il 7# grado della scala. Se suoniamo questa scala dando molta importanza alla nuova tonica , il RE, notiamo subito come l'efetto sia ben diverso da quello della scala maggiore. Se continuaiamo a costruire la scala maggiore di Do partendo dal 3 grado il Mi o dal 4 il Fa o dal 5 il SOl e così via, otterremo sempre scale differenti. Ne otterremo un massimo di 7, tanti quanti sono i gradi che compongono la scala maggiore che abbiamo visto nella lezione precedente. Queste 7 scale che siamo riusciti a costruire, hanno dei nomi che si rifanno alla grecia antica, per questo motivo chiamate scale greche, andiamo a riassumerle e comprenderle meglio:

Scala IONICA DO RE MI FA SOL LA SI DO
Scala DORICA RE MI FA SOL LA SI DO RE
Scala FRIGIA MI FA SOL LA SI DO RE MI
Scala LIDIA FA SOL LA SI DO RE MI FA
Scala MISOLIDIA SOL LA SI DO RE MI FA SOL
Scala EOLIA (minore naturale) LA SI DO RE MI FA SOL LA
Scala LOCRIA SI DO RE MI FA SOL LA SI



Abbiamo dunque visto come sia possibile costruire altre 7 scale diferenti partendo da ogni singolo grado della scala maggiore utilizzando sempre le distanze che abbiamo imparato per la costruizione della scala maggiore di DO. Le scale non bisogna impararle a memoria...bisogna saperle costruire....

Torneremo in maniera più dettagliata nelle prossime lezioni a parlare di ognuna di queste scale guardandone anche l'utilizzo oltre che la composizione.



La Scala minore Naturale

La scala minore naturale è una scala diatonica che si costruisce usando 5 intervalli di TONO e 2 intervalli di Semitono; questi ultimi si trovano tra il II ed il III grado della scala e t5ra il V ed il VI grado della scala. Prendiamo come esempio la scala mi DO MINORE NATURALE, essa è formata da:

DO RE MIb FA SOL LAb SIb
I II III IV V VI VII

Se confrontiamo questa scala appena riportata con la SCala Maggiore che ha la stessa tonica, notiamo come le due scale hanno 3 note differenti; infatti la SCALA MINORE NATURALE è una SCALA MAGGIORE A CUI SIANO STATI ABBASSATI DI UN SEMITONO IL III; IL VI ED IL VII GRADO DELLA SCALA. Queste tre note abbassate rendono la sonorità allegre della scala maggiore come più tristi o melanconiche.

Ecco ome abbiamo costruito la scala di DO MINORE NATURALE, abbassando di un semitoono il III il VI ed il VII grado della scala. Partendo da ogni singola tonica delle scale maggiori, provate adesso voi a costuire le Scale minori naturali rispettiva utilizzando il metodo appena illustrato.. Ecco le distanze in cui si trovano le note della scala minore naturale:

Se spostiamo le misure della scala di La minore natuale in do otteniamo la scala di do minore:

Nell'esempio precedente, abbiamo voluto costruire la Scala di DO minore naturale; a questo punto potremmo costruire tutte le scale minori naturali che ci piace e pare. Costruiamo ad esempio adesso la SCALA DI LA MINORE NATURALE. Abbassando di un semitono il terzo, il sesto ed il settimo grado della scala di LA Maggiore otteniamo:

LA SI DO RE MI FA SOL LA
I II III IV V VI VII VIII

Possiamo subito notare come questa scala, LA SCALA DI LA MINORE NATURALE, sia una scala che non presenta nessuna alterazione, cioè non ha nessuna nota in DIesis o Bemolle, proprio come la scala di DO Maggiore (RICORDATE?). Questa osservazione della mancanza totale di alterazioni nella scala di LA MINORE NATURALE, non è così dfa prendere sottogamba, in quanto da essa deduciamo che la Scla di LA Minore n aturale, altro non è che una scala Maggiore costruita un un altro grado della scala come quelle viste nelle lezioni precedenti a questa, esattamente si tratta della SCALA EOLIA. Proviamo infatti a confrontare le due scale di DO MAGGIORE e di LA MINORE NATURALE:

DO MAGGIORE DO RE MI FA SOL LA SI DO

LA MINORE NATURALE LA SI DO RE MI FA SOL LA

La Scala minore naturale, viste le coincidenze che lo schema superiore ci riporta, possiamo tranquillamente dire che altro non è che una scala maggiore costruita partendo dal VI grado di una qualsiasi scala maggiore. E non essendo altro che una scala maggiore costruita partendo da Sesto grado della scala stessa, anche per la scala minore naturale è possibile applicare il già visto Circolo delle Quinte, ottenendo tutte le alterazioni in senso ascendente o discendente di ogni singola scala minore naturale, procedendo ad intervalli di quinta. Vogliamo qui per semplicità riportare uno schema di quelle che sono le alterazioni in Bemolle ed in DIesis della varie Scale

SCALE CON BEMOLLI (b)

RE MINORE NATURALE SIb
SOL MINORE NATURALE SIb MIb
DO MINORE NATURALE SIb MIb LAb
FA MINORE NATURALE SIb MIb LAb REb
SIb MINORE NATURALE SIB MIb LAb REb SOLb
MIb MINORE NATURALE SIb MIb LAb REb SOLb DOb


SCALE CON DIESIS (#)

MI MINORE NATURALE FA#
SI MINORE NATURALE FA# DO#
FA# MINORE NATURALE FA# DO# SOL#
DO# MINORE NATURALE FA# DO# SOL# RE#
SOL# MINORE NATURALE FA# DO# SOL# RE# LA#
RE# MINORE NATURALE FA# DO# SOL# RE# LA# MI#
LA# MINORE NATURALE FA# DO# SOL# RE# LA# MI# SI#

Bene, adesso non vi resta che ricostruire voi le scale minori naturali calcolandone tutte le alterazioni e poi trasportarle sul vostro strumento e provare a suonare cosa ne è venuto fuori...



Il Circolo delle quinte

Bene, abbiamo nella lezione precedente visto come si costruisce la scala maggiore e quali siano le distanze per costuire tutte le altre partendo dalla nota che si vuole. Quella nota di Partenza, prende il nome di Tonica, ed è la nota che da il nome alla scala. Le varie note che compongono la scala maggiore, o qualunque scala diatonica, sono dette gradi della scala, vengono indicate con dei numeri romani e possono così riassumersi:

I - TONICA (Che da il nome alla Scala)
II - SOPRATONICA
III - MEDIANTE o CARATTERISTICA ( é la nota che determina se la scala è maggiore o minore)
IV - SOTTODOMINANTE
V - DOMINANTE
VI - SENSIBILE
VII - SETTIMA
VII - OTTAVA = TONICA
Questi sono i 7 Gradi della scala maggiore, dai quali è possibile costruire altrettante scale e modi.


Abbiamo visto anche nella lezione precedente cosa si intende per intervallo, cioè la distanza tra due note. Gli intervalli posono errese INTERVALLI DI PRIMA (se comprendono un Tono), INTERVALLI DI SECONDA ( se comprendono due Toni), di TERZA e così via. Facciamo il caso che noi ci troviamo sulla nota di Do e volessimo spostarci di un intervallo di quinta, ci basta spostarci di 5 tasti, contiamoli....DO....RE....MI....FA.....SOL. Simao finiti sul SOL. Wow, abbiamo appena fatto un intervallo di Quinta DO - SOL. Partendo da qualsiasi altra nota si possono creare tutti gli intervalli che si voglino fino alla distanza dell'ottava successiva. La scaelta dell'intervallo di quinta nell'esempio di cui poco sopra non è stata casuale, serve ad introdurre l'argomento del CIRCOLO DELLE QUINTE. Il circolo delle quinte è un sistema che ci permette di calcolare, spostandoci ad intervalli di quinta, ascendenti o discendenti, le varie alterazioni nelle varie scale che andremo a costruire. Mi spiego meglio. Partiamo dal DO e spostiamoci di un intervallo di quinta ascendente , troviamo il SOL. Ora da questa nota, costruiamo, con la formula del tono tono semitono tono tono tono semitono, la scala di sol e noteremo come presenterà un Diesis# il FA. Spostandoci invece, sempre dal DO, di un intervallo di quinta dicendente, incontraremo il Fa, che presenta invece un Bemolle (b) il SI. Quindi procedendo per un altro intervallo di quinta dal sol in senso ascendente incontreremo il RE; La scala di RE presenta due alterazioni DIesis, il FA# ed Il DO# . Spostandoci di un altro intervallo di quinta partendo dal re abbiamo la nota di LA; la scala di LA Maggiore presenta 3 alterazioni Diesis # il FA# il DO# ed il SOL#. E così via, otterrete, spostandovi sempre per intervalli di quinte, tutte le scale alterate con i diesis se procedete in senso ascendente, alterate con i bemolle se procedete in senso discendente. Questo è lo schema delle varie scale che costruirete, provate anche voi a costruirle:

SCALE CON #

SOL MAGGIORE HA: 1# - FA #
RE MAGGIORE HA : 2# - FA# - DO#
LA MAGGIORE HA : 3# - FA# - DO# - SOL#
MI MAGGIORE HA: 4# - FA# - DO# - SOL# - RE#
SI MAGGIORE HA: 5# - FA# - DO# - SOL# - RE# -LA#
FA# mAGGIORE HA: 6# - FA# - DO# - SOL# - RE# -LA# - MI#
DO# mAGGIORE HA: 7# - FA# - DO# - SOL# - RE# -LA# - MI# - SI#

Quello che abbiamo appena indicato è lo schema del circolo delle quinte in senso ascendente costruito pertendo dalla nota di DO, provate adesso voi a costruire quello discendente per ricavare tutti i bemolli presenti nelle varie scale e partendo da tutte le note diverse dal Do, questo tipo di esercizio è necessario per la comprensione piena del cicolo delle quinte, pilastro fondamentale dell'armonia.



La durata delle note


Non abbiamo visto come si indica la DURATA della nota stessa, ovvero quanto nel tempo che batte deve durare la nota suonata (un'intera battuta, la metà etc...). Per indicare la durata delle note si utilizzano altri segni convenzionali ognuno indicante una durata differente ed ovviamente chiamato con un nome diverso. Vediamo quali sono:
SEMIBREVE
MINIMA
SEMIMINIMA
CROMA
SEMICROMA
BISCROMA
SEMIBISCROMA
Come si può vedere nello schema precedente i valori espressi da questi simboli sono tutti in rapporto di 1:2, ovvero 1 semibreve vale quanto 2 minime, 1 minima vale quanto 2 semiminime e così via. I valori espressi in 4 significano che in un MISURA di 4/4 (quanto una semibreve), possiamo suonare 2 note da 2/4 o 4 da 1/4 o 8 da 1/8 etc etc. Non è difficilissimo come discorso anche se quando vi addentrate nelle biscrome, o per chi sapesse suonarle nelle semibiscrome, la cosa si complica un pochettino di più. Nella musica, così allo stesso modo quando parliamo , emettiamo di suoni e dei silenzi tra un suono e l'altro; in un tempo che scorre bisogna tener presente anche questo. Per indicare queste interruzioni del flusso sonoro utilizziamo delle pause , eccone lo schema:

Tutti i simboli grafici utilizzati finora hanno un rapporto , come prima detto, di 1:2, per ottenere note che esprimano rapporti differenti o che siano di durata maggiore di 4/4 si usano altri simboli differenti; il PUNTO e la LEGATURA. Il punto è un piccolo puntino che si disegna subito dopo la nota a cui si riferisce e serve ad aumentarne il valore della metà del valore della nota stessa. Ad esempio se una nota vale 2/4, con il punto vale 2/4 + 1/4 = 3/4. Il punto può anche riferirsi ad una pausa. Il suo simbolo grafico è il seguente:

Esistono anche il PUNTO DOPPIO ED IL PUNTO TRIPLO che aumentano sempre di conseguenza il valore della metà; il primo della nota originaria mentre i successivi della durata del punto precedente. E' così raro incontrarli che potete scordarveli tranquillamente a parte a scuola non li incontrerete mai nella vita.

Per quanto riguarda invece la legatura è quella linea curva, graficamente, che unisce due o più note e viene posta sopra o sotto le note interessate dalla legatura.

Abbiamo diversi tipi di legatura musicale che operano diversamente a seconda delle note interessate che toccano. Quella della foto qui sopra è la LEGATURA DI VALORE che collega due note della stessa altezza sul pentagramma e funziona com il segno + in matematica, ovvero il valore della prima nota e della seonda vengono sommati (se abbiamo 2 note da 2/4 ne suoniamo ininterrottamente 1 da 4/4). Il secondo tipo di legatura che incontriamo è la LEGAUTRA DI PORTAMENTO che unisce due note su altezze diverse; in questo caso le due note devono essere suonate legate una dopo l'altra il più strettamente possibile. La legatura di PORTAMENTO viene rappresentata così ad esempio:

Ultimo tipo di legatura che incontriamo è la LEGATURA DI FRASE, che è posta su tutta una frase musicale (per frase si intende una successione ordinata di note con un certo gusto), ed ha semplicemnte la funzione di aiutare l'esecutore a comprendere meglio il senso musicale della frase, dove inizia, dova finisce, dove prendere un respiro e così via.



Le Note ed il Pentagramma

Abbiamo visto nelle lezioni precedenti cosa si intende per suono e quli sono l sue caratteristiche, facendo una breve introduzione anche al sistema ben temperato, alle frquenze udibili dall'orecchio umano ed alle note. Vediamo adesso come si possono trascrivere tutti questi suoni nello spartito. I suoni vengono identificati all'interno dello spartito da alcuni segni convenzionali, che tutti avrete sicuramente visto nella vita, scritti al altezze diverse (più alti se sono più acuti e viceversa). Questi segni convenzionali, che chiamiamo note, vengono trascritti sul pentagramma che è quel sistema composto da 5 linee e 4 spazi (così si chiamano), che ci permette di identificare quste note. Facendo dei rpidi calcoli e considerando he abbiamo solo 5 linee e 4 spazi, ci rendiamo subito conto di quanto in realtà il pentagramma altro non sia che una "finestra" in una piccola porzione di frquenza, per l'esattezza quelle che vanno da 20 a 20.000 Hz. Vediamo le linee e gli spazi ed assegniamo loro dei nomi:


Bene, queste sono le note che tutti noi conosciamo inserite nel pentagramma e ci indicano una scala cromatica di note partendo dal Mi e terminando nel Fa. Ovviamente è possibile salire e scendere ulteriormente uscendo fuori dal pentagramma con l'ausilio dei cd. Tagli addizionali, che altro non sono che delle linee aggiuntive (e quindi anche uleriori spazi), che si vanno ad aggiungere alle classiche 5 linee. Il criterio base è che se i tagli addioznali vengono fatti nella parte alta del pentagramma, dopo il FA, è perchè si vuole raggiungere una frequenza più alta, sotto il MI per raggiungere una più bassa.
Come dicevamo poco sopra, il pentagramma altro non è che una finestra in una determinata frequenza; viene quindi da chiederci come facciamo a capire su che frequenza ci troviamo? Ci viene in aiuto la CHIAVE, nel caso dell'immagine e nel caso della chitarra visto che si tratta di una scuola di chitarra, la Chiave di Violino (o chiave di SOL) ed è il rigo all'interno del circoletto della chiave ad indicare la nota (guardate dove si intersecano la chiave di violino e il rigo del SOL). Ma la chiave di sol non è però l'unica chiave esistente, abbiamo infatti diversi tipi di chiavi che, venendo poste all'inizio del pentagramma, ci sono di ausilio per capire in che frequenza ci troviamo.

I nomi delle Chiavi vengono desunti dalle note indicate dai due puntini che si disegnano sulla chiave; posti sul rigo della nota danno il nome alla chiave. Rispettivamente possiamo dire che il DO della CHIAVE DI DO è il primo DO che si incontra sotto il LA alla frequenza di 440 Hz, il FA della CHIAVE di FA è il primo FA che si incontra sotto il DO della chiave di DO mentre il SOL della chiave di SOL è il primo SOL che si incontra sotto il LA a 440 Hz. Le altre note venono identificate di conseguenza; ogni volta che saliamo da un rigo allo spazio successivo, o viceversa, abbiamo un cambio di nome della nota. Ricordate bene questo passaggio AD OGNI INNALZAMENTO O ABBASSAMENTO ABBIAMO UN CAMBIO DI NOME DELLA NOTA. Questo passaggio è molto uimportante, adesso non ne possiamo spiegare fino in fondo il motivo ma possiamo anticiparvi un'altra regola da non dimenticare "una scala, per esser una scala, non può mai contenere due notecon lo stesso nome". A tempo debito spiegheremo il perchè.

LA chiave di SOl indica una porzione acuta dello spazio sonoro; in questa chiave leggono infatti la chitarra ovviamente, il flauto, le voci femminili etc, ed è proprio il LA posto sopra il SOL della chiave di SOL il LA a 440Hz a cui ci riferivamo prima (il LA che in altre parole serve ad intonare gli strumenti. La chiave di Violino (SOL), puòavere una sola posizione mentre la chiave di FA e la chiave di DO ne possono assumere diverse a seconda dell'altezza (rigo) cui vengono poste.

La CHIAVE DI FA può assumere 2 diverse posizioni:

CON IL FA SUL 3° RIGO - CHIAVE DI BASSO
CON IL FA SUL 4° RIGO - CHIAVE DI BARITONO
LA CHIAVE DI DO può assumere invece 4 diverse posizioni:

CON IL DO SUL 1° RIGO - CHIAVE DI SOPRANO
CON IL DO SUL 2° RIGO - CHIAVE DI MEZZOSOPRANO
CON IL DO SUL 3° RIGO - CHIAVE DI CONTRALTO
CON IL DO SUL 4° RIGO - CHIAVE DI TENORE
Il DO che si trova sul primo taglio addizionale sopra la chiave di basso corrisponde come altezza al DO che si trova sul primo tagli addizionale posto sotto la chiave di violino. Qusta nota è comune a tutte le voci ed a tutti gli strumenti e viene detta DO CENTRALE. Alcuni struementi, tra i quali il pianoforte, fanno uso del doppio pentagramma che racchiude sia la chiave di violino che quella di basso.



La Scala Maggiore

Abbiamo visto come le 7 note ( DO- RE- MI -FA SOL - LA - SI), siano tutte note senza alcuna alterazioen diesis o bemolle che sia. Per completare i 12 semitoni , ne mancano dunque 5, abbiamo le altre 5 note alterate restanti che sono DO diesis, RE Diesis, Fa Diesis, Sol Diesis e Re DIesis. Messe tutte in successione formano la SCALA CROMATICA riempiendo tutti e 12 gli spazietto (sem itoni) ceh compongon un'ottava:

SCALA CROMATICA DO - DO# - RE - RE# - MI - FA - FA# - SOL - SOL# - LA - LA# - SI

SCALA NATURALE : DO - RE - MI - FA - SOL - LA - SI

La distanza tra le singole note della scala cromatica rappressenta lo spostamento di un tasto nel manico della chitarra. Ricordiamo sempre che due semitoni formano un tono. Bene, provate adesso asuonare questa due scale, in qualsiasi modo vi venga di falro, sulla tastiera di un pianoforte o su uno styrumento qualsiasi, vi renderete subito conto di come ogni nota rappresenti un gusto a se stante ed abbia un modo di suonare unico ed inconfondibile.

La scala naturale, è dunque una scala che non ha nessuna delle 7 note alterate, quindi si spota di un'ottava senza toccare nessuna delle note alterate. Come abbiamo infatti visto nessuna delle note presenta diesis o bemolli. Andandiamo ad analizzare adesso invece quelle che sono le distanze che compongono la scala di Do Maggiore naturale e vediamo che:

Do - RE = Intervallo di un Tono
Re - Mi = Intervallo di un Tono
Mi - Fa = Intervallo di un Semitono
Fa - Sol = Intervallo di un Tono
Sol - La = Intervallo di un Tono
La - Si = Intervallo di Tono
Si - Do (Ottava) = Intervallo di Semitono.

Possiamo dunque tracciare estattamente le distanza che compongono la scala di Do con una semplice formula per ricordarci le distanze tra le note, la formuletta che possiamo usare è " Tono Tono Semitono Tono Tono Tono Semitono, abbreviato in T-T-ST-T-T-T-ST. Queste sono le distanze che compongono una qualsiasi scala maggiore, ciò significa che partendo da una qualsiasi nota e spostandovi utilizzando le distanze di questa formula, otterrete la scala maggiore della nota da cui siete partiti. Facciamo un esempio pratico per facilità.

Partiamo dalla nota di SOL e mettiamoci in testa di ricavare dal nulla la scala maggiore di sol. La nota che da il nome alla scala prende il nome di Tonica, se noi decidiamo di scegliere come tonica il sol , utilizzando le distanza ricavate dalla scala di do otterremo la scala di Sol Maggiore. Facciamolo !

Partiamo dalla nota di Sol ed utilizziamo la formula T T St T T T St; spostiamoci di un Tono come indica la formula, otteniamo il LA; spostandoci di un altro Tono otteniamo il SI, spostandoci un semitono abbiamo il DO, spostandoci di un altro tono abbiamo il RE, Spostandoci un altro Tono abbiamo il Mi, spostandoci di un altro tono otteniamo il FA# ed infine spostandoci di un semitono otteniamo il Sol dell'ottava superiore completando così la Scala di Sol Maggiore. Ricapitolando abbiamo che la scala di SOL Maggiore è composta dalle note SOL - LA -SI - DO - RE - MI - FA# - SOL. Possiamo anche notare come non sia una scala Naturale, come quella di Do Maggiore (che non presenta alcuna alterazione), ma è una scala alterata (il FA# è la nota alterata). Il perchè di questa prima alterazione si vedrà successivamente quando parleremo del Circolo delle quinte, quello che qui premeva inseganre non è tanto quali siano le note della scala maggiore di do o di Sol, ma il modo in cui si possano ricavare anche senza avere in mano lo strumento musicale, semplicemente spostandoci sulla base delle distanze che più o meno dovremmo a questo punto conoscere. Quindi provate adesso a costruire tutte le altre scale maggiori partendo da tutte le varie note della scala maggiore, insieme abbiamo costruito quella di SOL, vi mancano quella di RE, FA, LA, SI, FA# e così via, utilizzate la formula delle distanze della scala maggiore e vedete che viene fuori dai vostri calcoli. Poi magari se avete un pianoforte o una chitarra provate anche a suonare quello che avete scritto, magari vi riserva delle belle sorprese...buon lavoro



Ottava, intervallo, Tono e Semitono

Dobbiamo necessariamente introdurre anche degli altri concetti fondamentali per lo studio della musica e cioè l'esame delle distanze tra i suoni. Sulla base dei concetti illustrati nella lezione dedicata alle caratteristiche del suono, possiamo adesso vedere come è nato il sistema che oggi noi tutti , musicisti, utilizziamo che è il sistema delle 7 note o sistema ben temperato. Una delle tre caratteristiche distintive di un suono, precisamente l'Altezza, è l'elemento che da la base al sistema ben temperato. Abbiamo visto come l'altezza sia la frequenza in termini di Hz in cui si trova la nota che si sta ascoltando, individuando inoltre quelle che sono le frequenze che l'orecchio umano è in grado di distinguere e decondificare. La nota che sta alla base del sistema ben temperato prende il nome di LA (la nota che genera il diapason facendolo vibrare), e si trova ad una frequenza di 440Hz. Tutti quelli che sono multipli o sottomultipli di questa frequenza, sono tutti suoni somiglianti tra di loro sebbene più Gravi o più Acuti a seconda che siamo multipli o sottomultipli. Quest'annotazione è ciò che ha generato le Ottave. Per ottave si intende la distanza tra una nota ad una determinata frequenza, e la stessa nota più grave (con frequenza dimezzata), o più Acuta (con frequenza raddoppiata). Facciamo un esempio pratico con la nota di LA a 440 Hz, la prima ottava (GRAVE), la troveremo tra 110 e 220Hz, mentre le seconda Ottava tra i 220 e 440 Hz, la terza Ottava tra 440 e 880 Hz e così via, spostandoci dunque di La in La. Questo è ciò che in relatà tempera il sistema musicale, sulla base di questa considerazioni viene formato tutto il sistema musicale dal classico al moderno. Così, individuato il La centrale a 440 Hz, sono state individuate tutte le altre note, dividendo le Ottave, in 12 Intervalli esattamente identici tra di loro. Qesti 12 intervalli altro non sono che le nostre note moderne 7 le tonali (do re mi fa sol la si ) e 5 alterazioni (diesis e bemolle).

Fatte queste considerazioni dobbiamo introdurre degli altri termini che si usano nel linguaggio musicale, quale quello di Tono e Semitono. Abbiamo visto come un'Ottava, la distanza tra due note uguali, si possa dividere in 12 intervalli. Abbiamo visto anche come l'intervallo è la distanza che intercorre tra due suoni, ad esempio tra DO e RE. Gli intervalli possono essere di due diversi tipi , Intervalli di Tono ed Intervalli di Semitono, a seconda che coprano la distanza tra due note o più note. Qui cominciamo finalmente ad avvicinarci ad uno strumento, Analizziamo lo strumento del pianoforte anche se questa è una scuola di chitarra semplicemtne perchè in questo momento ci troviamo all'interno dell'armonia comunqe a qualsiasi strumento ed il pianoforte, avendo tutti i tasti messi in fila, si presenta ottimo per apprendere le 7 note. Se siamo di fronte ad un pianoforte, partendo dal DO, iniziamo a schiacciare tutti i tasti bianchi in fila, suoneremo le note di Do Re Mi FA SOL LA SI arrrivando infine al DO dell'ottava successiva per proseguire esattamente alla stessa maniera. Le note che abbiamo suonato si trovano tutte alla distanza (come intervallo), di un tono, cioè 2 dei 12 spazietti in cui si divide un'ottava. Ma noi, nel suonare, ci siamo spostati solo di un tasto, com'è possibile che gli spazietti siano 2? Eì possibile in quanto tra il DO e il RE vi è anche il tasto nero in alto (DO diesis° o RE bemolle ) che è l'altro spazietto dei 12 che vi manca nel conteggio. Notiamo subito, guardando un pianoforte, che non tutti i tasti bianche hanno il loro corrispettivo nero vicino, in alcuni manca, esattamente tra il Mi e il FA e tra il SI ed il DO. Questo perchè gli spazietti in cui si divide un ottava sono 12 (tonalità), mentra le note sono 7 solo che il mi ed il si non presentano alterazioni (il Si diesis altro non è che un DO, come un Mi diesis altro non è che un FA), perchè tra queste due frequenza intercorre solo unsemitono. In conclusione, anche per non confondere al momnento troppo le idee al lettore, diamo una semplice definizsione di intervallo dicendo che un Intervallo di tono lo abbiamo quando lo spazio tra due note è composto da due tasti, mentre di un semitono quando il tasto in cui ci si sposta è uno soltanto. Mettetevi davanti ad un pianoforte, se ce l'avete e suonate un po di tasti....



Introduzione al suono

Benvenuti nel Blog dedicato alla chitarra ed allo studio dello strumento e, più in generale , della musica. prima di poter parlare di "suonare" uno strumento, la chitarra nel nostro caso, dobbiamo necessariamente passare per qualche nozione tecnica per poter comprendere com'è un suono, da cosa è formato il suono che il nostro orechhio percepisce, e quali sono gli elementi che influiscono all'interno del suono stesso.
Per poter apprendere quelle che sono le dinamiche dell'armonia tonale, dobbiamo, per chi fosse neofita della musica e si avvicinasse per la prima volta a questo mondo, parlare necessariamente di alcuni concetti che stanno alla base della musica quali il concetto di Suono, Altezza, Intensità e Timbro, andando a distinguere le caratteristiche di ognuno di loro di modo da poter successivamente capire le altre nozioni , nettamente più musicali, quali ad esempio quella di Intervallo, che è la distanza che intercorre tra due note (suoni).

Partendo dalla definizione di suono, possiamo subito dire che il Suono nasce dalla vibrazione dei corpi elastici, che tramite la generazione di un' onda acustica, vierne captata dall'orecchio umano su determinate frequenze. Il suono quindi per essere generato ha necessariamente bisogno di un corpo elastico che vibri, come ad esempio una corda di chitarra. Un suono si distingue dall'altro a seconda delle caratteristiche di 3 diversi elementi:

- ALTEZZA
- INTENSITA'
- TIMBRO

L'Altezza di un suono dipende dal numero di vibrazioni che la nostra sorgente sonora effettua per ogni secondo e si miisura in Hz (Hertz); più alto è il numero di vibrazioni (più vibra velocemente la nostra corda), è più Acuto sarà il suono emesso, al contrario meno veloci saranno le vibrazioni e più Grave sarà il suono emesso dalla nostra corda. L'orecchio umano è comunque in grado di percepire solo alcuni suoni, e cioè quelli che vanno dalle 16-20 vibrazioni al secondo, fino alle 20.000 Vibrazioni al secondo, che tradotto in termini di Hertz percepiamo tra i 20 e i 20.000 Hz come frequenza di modulazione del suono. Le frequenza che si trovano al di sotto dei 20 Hz, quindi impercebili perchè troppo Gravi , prendono il nome di Infrasuoni mentre quelle al di sopra del 20.000 Hz, quindi impercepibili perchè troppo Acute, prendono il nome di Ultrasuoni.

L'intensità di una Nota dipende invece dall'ampiezza delle vibrazioni; una vibrazione più ampia produce un suono più FOrte mentre una vibrazione meno ampia produce un suono più Debole.

Il Timbro invece è quell'elemento che fa si che il nostro orecchio possa riconoscere le fonte sonora che ha emesso il suono. Proprio per questo mootivo se la stessa nota viene suonata prima dalla chitarra e poi dalla tromba tutti dovremmo essere in grado di riconoscere i due strumenti che hanno prodotto la medesima nota.

Questi piccoli vcenni teorici, che vi consigliamo di approfondire nelle più opportune sedi di studio, vi serviranno per comprendere meghlio tutti i concetti che di qui a poco illustreremo inerenti all'armonia musicale.



BANNER

 
powered by Blogger | For Blogservices